giovedì 17 settembre 2009

The intentionality model and language acquisition.



L. Bloom, E. Tinker, E. Kofsky Scholnick,
The intentionality model and language acquisition, New York, Overton, 2001.


IL MODELLO DELL’INTENZIONALITA’ E L’ACQUISIZIONE DEL LINGUAGGIO: impegno, sforzo, e tensione necessaria nello sviluppo. 
di LOIS BLOOM E ERIN TINKER.
Monografie della Società per la Ricerca nello Sviluppo del Bambino, 2001, vol.66, N.4.




Scopo della ricerca oggetto del testo è di esaminare l’acquisizione del linguaggio durante il secondo anno di vita in relazione al contesto di sviluppo cognitivo, affettivo e sociale da considerarsi non necessariamente connessi. Il punto focale dell’ analisi è posto sull’importanza dell’intenzionalità nel bambino per spiegare lo sviluppo, piuttosto che sulla lingua vista come oggetto indipendente.
Il modello di sviluppo per la ricerca è dunque quello detto dell’Intenzionalità, costituito da due elementi fondamentali: l’impegno di persone e oggetti che motivano l’acquisizione del linguaggio e lo sforzo richiesto per esprimere crescenti discrepanze e rappresentazioni di stati di cose già elaborati in maniera, appunto, intenzionale. Assunto fondamentale del modello è che la forza-guida dell’acquisizione del linguaggio risulta dalla tensione tra impegno e sforzo riguardante azioni linguistiche, emozionali e fisiche.
 Il testo analizza l’intenzionalità personale e interpersonale, nonché le sue origini e lo sviluppo. Strumenti dell’analisi sono test tramite i quali è possibile formulare delle ipotesi generali. Una parte è dedicata agli aspetti metodologici, con particolare attenzione alle procedure di raccolta di dati, una parte riguarda l’analisi della transizione allo studio delle frasi ed una lo studio del gioco.
I risultati dello studio mostrano come differenti comportamenti  -parole, frasi, espressioni emotive, interazioni conversazionali e costruzione delle relazioni tra gli oggetti in gioco- convergono nel flusso delle azioni del bambino negli eventi di ogni giorno, in tempo reale, e nel tempo di sviluppo tra la comparsa delle parole (a circa tredici mesi) e il passaggio alla frase semplice a circa due anni.
I modelli si discostano dalle percentuali di base dei differenti comportamenti mostrano che l’espressione emotiva del bambino, il suo parlato, quello della madre, s’influenzano chiaramente l’un l’altro, e questa reciproca influenza è differente al tempo  della comparsa o dell’affermazione del linguaggio.
Le tre conclusioni osservabili dai risultati della ricerca sono tre: l’espressione e l’interpretazione sono gli atti di una performance in cui il linguaggio è imparato. Ciò significa che la performance conta per esplicare le acquisizioni del linguaggio; il linguaggio non è un oggetto indipendente, ma è acquisito dal bambino in relazione ad altri tipi di comportamento e al loro sviluppo; l’acquisizione del linguaggio, contemporaneamente ad altri comportamenti, richiede molto lavoro, rendendo così non semplice l’acquisizione della lingua.


John Loren Broomall

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