giovedì 17 settembre 2009

Sulle barricate delle competenze


V. Campisi, R. Sardo (a cura di), 
Sulle barricate delle competenze, 
Avola, Urso, 2008.

A partire dagli ultimi anni appare sempre più evidente che l’insegnamento inteso come semplice “trasmissione di informazioni” si sia dimostrato estremamente riduttivo; la scuola, infatti, avrebbe il compito di coltivare le eccellenze e promuovere le abilità degli studenti.
Sulla scia di questo assunto il testo “Sulle barricate delle competenze”, a cura di Rosaria Sardo e Vincenzo Campisi, raccoglie una serie di saggi contenenti le riflessioni di esperti e tutor esterni che hanno tenuto corsi di formazione per alunni e docenti nell’ambito delprogetto “Competenze per lo Sviluppo” svoltosi presso l’Istituto Comprensivo “G. Falcone – P. Borsellino” di Cassibile – Siracusa.
Nel primo capitolo vengono raccolti i contributi che si rifanno alle esperienze dirette con gli alunni. Nel saggio “Parole e comunicazione. L’educazione linguistica nella scuola media inferiore” (M. Giuliano), ad esempio, viene trattato il concetto di educazione linguistica, nato in Italia negli anni Settanta a causa della necessità di educare gli studenti, per lo più dialettofoni, alla lingua italiana. Partendo dalla questo periodo si può notare come in trent’anni la situazione sia radicalmente cambiata: una volta raggiunta l’italofonia, infatti, la nuova sfida è divenuta quella di adattare l’italiano “scolastico” ai moderni canoni di usabilità, ossia quella di adattare la lingua d’uso sia alla dinamicità delle interazioni linguistiche degli ultimi tempi che alla stratificazione del linguaggio derivante dalle differenti situazioni comunicative. Il progetto PON “Contiamo le lettere”, tenuto dall’autrice, si colloca proprio in questo contesto: attraverso la comprensione di risorse multimediali e testuali è stato prodotto negli studenti un autentico arricchimento semantico-lessicale, arrivando a migliorare la capacità di produzione di testi usabili.
Nel saggio “Il plurilinguismo a scuola. Percezione e valutazione del dialetto siciliano in una
classe di quinta elementare” (D. Accolla), invece, vengono analizzati gli stereotipi sul dialetto presenti nella scuola italiana. Riflettendo sulla nozione di pregiudizio linguistico, l’autore ha proposto in classe un brano musicale scritto in catanese per dimostrare agli alunni le infinite potenzialità espressive del dialetto.
Nel saggio “Italiano e dialetto convivono in classe” (A. Di Bella) l’autore, analizzando i risultati di una serie di test d’ingresso, riflette sulla differenza tra l’insegnamento fine a sé stesso e l’insegnamento mirato all’arricchimento vero e proprio.
Nel saggio “Educare alla scrittura” (P. Ferro), inoltre, l’autrice parte dalla connessione tra scrittura e pensiero per sottolineare la necessità di un esercizio costante che aiuti, allo stesso tempo, sia a migliorare le capacità stilistiche (ad esempio attraverso la riscrittura con sinonimi) che ad allargare le capacità cognitive dell’alunno.
Nel saggio “Essere insegnanti” (L. Lantieri), infine, l’autrice ripercorre le tappe del PON “Alfabetizziamo i numeri”; nel corso del progetto è stata data grande importanza al Cooperative Learning, risultato più efficiente in quanto porta gli alunni all’aiuto reciproco ed alla corresponsabilità dei risultati ottenuti, e al Brainstorming, strategia che mira all’emersione della cosiddetta “creatività di gruppo”. Nonostante si tratti di un PON di matematica, l’esperienza risulta molto proficua per quanto concerne il ruolo dell’insegnante: emerge, infatti, la necessità del confronto, strategia vincente in contesti ad estrema variabilità.
Con il secondo capitolo, invece, entriamo nel vivo del concetto di didattica ludica. Nel primo saggio, “Il gioco delle regole: proposte di didattica ludica della grammatica italiana”(R. Sardo), l’autrice riflette sulla mancanza di strategie di apprendimento in chiave ludica per lo studio dell’L1, cosa che invece accade per l’acquisizione dell’L2; sin dalle sue origini, infatti, l’insegnamento dell’italiano è stato saldamente ancorato ad approcci di tipo formale, anche a causa della dialettofobia dei tempi passati. A partire dal Libro degli errori di Rodari, tuttavia, inizia a prendere corpo una nuova corrente di pensiero che tiene conto delle varietà della lingua e delle interferenze tra sistemi linguistici differenti: la strategia proposta dall’autrice persegue questi obiettivi attraverso un approccio del tutto differente, fatto di sketch e brani d’autore appositamente studiati per stimolare gli alunni e fissare nella loro mente le regole grammaticali.
Nel saggio “Le regole del gioco. Gli esperimenti grammaticali del prof. Punto e della professoressa Virgola” (G. Caviezel), invece, l’autore mette in pratica le teorie proposte nel saggio precedente offrendo degli esempi pratici delle sue esperienze in materia di didattica ludica. Attraverso vere e propri spettacoli, infatti, egli mette in gioco la grammatica riuscendo a far interiorizzare le sue regole.
Nel saggio “Unità di apprendimento: «stili di pensiero, stili di scrittura»” (V. Campisi), infine, l’autore analizza i diversi stili cognitivi di insegnanti e studenti, invitando i primi a diversificare le strategie didattiche in base alle attitudini dei secondi, pur abituandoli all’utilizzo di stili cognitivi diversi in base alla situazione: ciò sarà possibile attraverso il confronto il quale, in un gruppo affiatato, risulterà altamente produttivo.
Il terzo capitolo, infine, contiene i contributi di Vincenzo Campisi, tutor dei docenti durante il progetto “Contiamo le lettere”. Nel primo saggio, “La genesi del testo”, vengono affrontate le problematiche relative alla revisione dei testi; l’autore propone di far esercitare gli alunni rendendoli partecipi alle fasi di gestazione dei testi per far acquisire loro le competenze stilistiche di base.
Nel saggio “Come, quando e perché funziona un testo”, invece, l’autore propone una strategia d’insegnamento che miri a far comprendere agli alunni le ragioni per le quali un testo funziona; attraverso una vera e propria lettura consapevole, infatti, gli alunni saranno portati alla conoscenza ed al rispetto dei principi regolativi di un testo.
Nel saggio “Esercizi di avviamento alla scrittura argomentativa”, infine, l’autore propone una serie di esercitazioni pratiche che vedranno in prima istanza la collaborazione tra docente e studenti, al fine di guidare questi ultimi nel corso della genesi di un testo. Seguirà una seconda fase, che vedrà gli alunni impegnati in un lavoro analogo da svolgere individualmente.
Dalle tematiche trattate nel testo, in definitiva, si può evincere la sua forte valenza nell’ambito di un insegnamento che voglia coinvolgere gli alunni in uno studio attivo della lingua, fatto di nozioni ma anche di esercitazioni pratiche che mirino allo sviluppo di una competenza linguistica che, con i metodi attuali, coinvolgerebbe solo gli alunni più portati.

Fabrizio D’Alise

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