giovedì 1 ottobre 2009

Insegnare italiano a stranieri.


P. Diadori, Insegnare italiano a stranieri, Firenze, Le Monnier, 2001.


La curatrice Pierangela Diadori – nonché Professore Associato e Direttore del centro DITALS all'Università per Stranieri di Siena – vuole offrire con questo testo, rivolto a studenti universitari, laureati, docenti di lingue e di italiano L2, gli strumenti per potersi avvicinare alle problematiche dell'insegnamento dell'italiano a stranieri, anche in vista della preparazione per l'esame DITALS.
Si tratta di un testo molto ricco e ben strutturato, dal linguaggio semplice e di facile consultazione, ricco di tabelle ed esempi che nasce dalle esperienze maturate – a partire dagli anni Ottanta – dagli autori del volume. Il libro si compone di due parti:
1) Aspetti teorici,
2) Aspetti operativi.


Oltre alla normale bibliografia di fine libro, il volume è corredato da una bibliografia ragionata per la formazione e l’aggiornamento del personale docente curata da Susanna Bruni.
Entrambe le parti del testo si dividono in due sezioni e contengono un totale di 28 capitoli.

La sezione Principi di glottodidattica presenta nel capitolo curato da L. Vignozzi una panoramica sulle tendenze metodologiche più recenti per la didattica delle lingue moderne e sulle linee-guida dei principali approcci che hanno caratterizzato le proposte di insegnamento della L2 negli ultimi tre decenni, ovvero gli approcci deduttivi, induttivi, comunicativi e umanistico-affettivi. Legato agli aspetti metodologici è il tema delle quattro abilità – ascoltare, parlare, leggere e scrivere – di cui si occupa il capitolo successivo indicando anche tecniche e prove più utili per svilupparle o valutarle.
Non poteva mancare in questa sezione lo spazio dedicato alla competenza interculturale. La cultura e la civiltà rivestono un ruolo particolarmente importante nell’apprendimento: esso può variare a seconda che le motivazioni siano strumentali o integrative; il docente deve essere capace quindi di scegliere, graduare e distribuire i contenuti che più di altri possano soddisfare la motivazione dello studente.
Dietro l’espressione docente di italiano L2 stanno svariati ruoli e competenze: egli è facilitatore, regista e animatore, consulente linguistico, sperimentatore. La differenza fra tutti questi ruoli è spiegata nel quarto capitolo, curato da M. Maggini. Seguendo le teorie pedagogiche che sottolineano la centralità del discente, viene impostato anche l’argomento delle dinamiche di gruppo in classe e della competenza non-verbale nell’interazione tra docente e studente.
Gli ultimi tre capitoli della suddetta parte focalizzano l’attenzione sul tema delle nuove tecnologie utilizzabili per l’insegnamento linguistico e su due temi tradizionali, la programmazione e la verifica nel processo didattico. Le tecnologie vengono classificate a seconda che si tratti di strumentazione cartacea, audio, video, audiovisiva e informatica; vengono messe in rapporto con la sensibilità multimediale dei bambini e analizzate dal punto di vista neurolinguistico.
La programmazione rappresenta un momento importantissimo per il processo di insegnamento/apprendimento: nel capitolo che se ne occupa si parte dalla definizione di quelli che sono il sillabo, il programma e il curricolo e si fa chiarezza su come strutturare l’attività in classe formando gruppi di lavoro che permettono all’apprendente di sentirsi parte integrante dell’attività per lui appositamente realizzata. Bisogna effettuare anche delle verifiche durante il percorso didattico: è importante conoscere innanzitutto la differenza tra verifica, misurazione e valutazione (formativa o sommativa); è necessario rifarsi al cosiddetto acronimo P.A.C.E (Pertinenza, Accettabilità. Comparabilità, Economicità) di Porcelli per i requisiti generali di un test di lingua straniera. Come tutti sappiamo, le verifiche sono messe in rapporto allo scopo o al campo cognitivo e conoscitivo: in questo senso vengono descritte le varie tipologie di test che rientrano nel primo o nel secondo gruppo.
La sezione L’insegnamento dell’italiano L2/LS presenta alcuni temi specifici della didattica dell'italiano L2: la varietà dell'italiano – standard o non standard – nell'insegnamento a stranieri analizzata da vari punti (aspetti linguistici, sociolinguistici, ed educativi); la differenza tra italiano L2 (lingua seconda), LS (lingua straniera), LE (lingua etnica) o LI (lingua per gli immigrati); si analizzano le principali difficoltà (pronomi personali soggetto, futuro, passato prossimo, passato remoto e congiuntivo) che gli stranieri incontrano nell'approccio con la nostra lingua – causate dal fatto che si tratta di una lingua in continua evoluzione.
I capitoli 13 e 14 sono particolarmente interessanti in quanto puntano l'attenzione su due questioni attualissime verso le quali spesso non si sa come agire nel modo corretto: l'insegnamento agli adulti lavoratori e ai bambini. È chiaro che bisogna affrontare le due situazioni con molta attenzione e con metodi specifici perchè come sappiamo l'età, la motivazione e altri fattori diatratici, diafasici e diatopici sono caratterizzanti sia per le modalità di apprendimento che per le modalità di insegnamento necessarie. L'insegnamento ai lavoratori immigrati deve tener conto di mete educative primarie: autorealizzazione, socializzazione e culturizzazione; si deve tener conto di quelli che sono i bisogni e le motivazioni. Alla fine del capitolo vengono date le linee-guida per la didattica rivolta a questa tipologia di apprendenti.
Anche nel caso dell'insegnamento a bambini si deve tener conto del fatto che l'apprendimento – come dice Freddi – si compie attraverso socializzazione, culturizzazione e autopromozione, ma nel loro caso è importante considerare l'approccio ludico come unico mezzo sicuro per raggiungere tutti gli obiettvi che ci siamo prefissati. Proprio analizzando questo aspetto S. Semplici dà una serie di consigli su quali tecniche utilizzare nelle tre fasi del lavoro didattico: fase di motivazione, di approccio globale al testo, di lavoro sul testo e di verifica, controllo, rinforzo e recupero.
Segue il saggio di A. Benucci sulla definizione dell'errore in rapporto alla norma standard, alla norma pedagogica, al contesto situazionale e al canale; e sui tempi e i modi di correzione – seguito da un capitolo sull'Oral Proficiency Iinterview prevista dagli esami dell'ACTFL. Il capitolo finale di questa sezione è dedicato alle certificazioni di italiano: descrizione dettagliata di CELI, IT, CILS e PLIDA.

Aspetti operativi. Questa parte del testo è formata da L’analisi dei materiali didattici e L’ideazione dell’unità didattica, la costruzione dei materiali e delle prove di verifica. La prima sezione focalizza l'attenzione su una serie di parametri di valutazione essenziali per l'analisi dei materiali didattici. Essi vengono usati per valutare materiali di recente pubblicazione in un capitolo apposito al quale ne segue un altro che punta i riflettori sul ruolo dell'immagine nei manuali didattici.
La seconda parte costituisce una guida per la costruzione delle unità didattiche da parte dei docenti di lingua straniera: si parla di come utilizzare un testo, un testo giornalistico, un testo tecnico, le immagini, l'umorismo figurativo e verbale, gli audiovisivi. Gli ultimi due capitoli si occupano rispettivamente della costruzione delle prove di verifica e della descrizione dettagliata dell'esame DITALS (utilissimo per chi vuole attestare la propria Competenza in Didattica dell'Italiano) che può essere sostenuto in numerosi centri sparsi in Italia e convenzionati con l'Università per Stranieri di Siena.
Carmen Oliva

Nessun commento:

Posta un commento